Il lavoro dell’Ego e quello del Poeta

Se sei vivo non significa che tu non sia morto.
Ho un ricordo chiaro di quando, da ragazzino, per la prima volta, mi resi conto che un giorno sarei morto. In sella alla bicicletta, in una mattina assolata di mezzo autunno all’improvviso pensai: “io non morirò mai!” sottolineando “io”. Questa è la frase che più o meno tutti noi esseri umani ci raccontiamo almeno una volta nella vita anche se poi, mano a mano il tempo trascorre, dobbiamo ricrederci; a quel punto allora si inventano e si creano storie di colori e sfumature infinitamente varie, dalle più luminose alle più cupe, dalle più fantasiose e bizzarre alle più pseudo realistiche pur di non credere o di star lontani dal semplice fatto che… moriremo. Ogni cultura, ogni religione, ogni posto sul pianeta Terra abitato da esseri umani ha le proprie credenze ed usanze, molte delle quali in contrasto fra loro. L’io, invece, ci accomuna tutti: non si ri-crede! Perché non ci piace affatto l’idea di morire? Perché l’io non potrà mai, ed è bene ripetere “mai” credere che un giorno morirà: sarà anche per questo che noi esseri umani sembriamo votati alle imprese più incredibili e meravigliose, raccapriccianti e vergognose. Eppure, se ci concentrassimo sulla semplicità del fatto che moriremo la cosa potrebbe diventare perfino divertente, pacifica e perché no? esilarante, facendoci avvicinare a più profondi significati che la nostra esistenza ci propone in ogni momento. Morire, ad esempio è una comunione che ci tramandiamo da miliardi di anni tra miliardi di miliardi di esseri.
Tutti noi, proprio tutti, non sopravviviamo alla vita!
Almeno nella forma in cui ci troviamo oggi.
Ma l’io non può arrivare ad accettare questa cosa meravigliosa. Ne rimane annichilito, terrorizzato, spaesato e si riduce in pezzi, oppure deve trovare dei modi per esaltarsi, aiutandosi o aderendo a rovinose ideologie. La morte ri-unifica tutto, ri-porta le cose ad un’unica dimensione, quella più vera, anzi vera e basta in cui si può dire che la verità è morte e la morte è verità. Purezza, autentica e limpida. Quanto più impariamo a conoscere e a riconoscere il nostro ego all’opera, tanto più ci con-fidiamo con la nostra anima, con la psiche come la chiamavano i greci, con il poeta che ne scaturisce; il poeta deve scaturire da dentro di noi! L’anima è semplice da descrivere, non necessita di tante parole per essere descritta, ne occorrono pochissime se non una soltanto: l’anima è la verità. Poni una domanda all’anima e ti indicherà la strada. Poni la stessa domanda all’ego e ti indicherà come prepararti a combattere.

 

Un caro abbraccio e grazie per i vostri commenti

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